E dopo il libro tattile, quello profumato e quello da piantare, ecco Mangiami un progetto "editoriale" 100% commestibile, da gustare con gli occhi e con il palato.
Rilegato con lo zucchero, il libro, dalle candide pagine di ostia intagliata e dai sofisticati pattern vegetali realizzati per svelare tutta la bellezza nuda e naturale di frutta e verdura, è (al momento) un pezzo unico ed è stato realizzato per un progetto universitario dalla giovane graphic designer bresciana Patrizia Levi.
Sfogliando, sfogliando, le delicate pagine di questo libro, e non vi nego che trovandomelo davanti la tentazione di addentarlo è stata davvero tanta, ho fatto due chiacchiere con Patrizia...
M: Da dove nasce l'idea di Mangiami?
P: Mangiami è il risultato di un progetto semestrale a tema food design alla Libera Università di Bolzano. Si trattava di scegliere un particolare cibo e utilizzarlo come materiale per sperimentare o provocare, costruire qualcosa di insolito e divertente.
P: Sono rimasta affascinata dall'interno della frutta e della verdura tagliata e dal pattern che forma. Ho trovato quindi un modo per far risaltare questi "disegni" naturali tagliando frutta e verdura a fette sottili e lasciandole essiccare sotto una pressa, in modo da ricavare una specie di papiro. Una volta ottenuto il papiro, perché non provare a fare un libro? Mi sono buttata nell'idea di costruire un libro completamente commestibile, con all'interno frasi che suggerissero modi per consumare quello stesso libro.
P: Un libro è un oggetto fatto per essere conservato, che trasmette un sapere. Un oggetto prezioso, fatto per durare nel tempo. Ma leggere e mangiare sono entrambe azioni in cui si assimila qualcosa. Un libro mangiabile è un libro che si distrugge, si degrada col tempo, viene letteralmente consumato e digerito. Ho quindi un contrasto abbastanza improbabile e interessante da poterci sperimentare sopra.
M: Un libro mangiabile dalle pagine realizzate con fogli di ostia e rilegato con lo zucchero, una sfida?
P: La sfida principale era trovare il cibo giusto su cui scrivere delle frasi. Ho provato di tutto: da fogli di pasta di zucchero a pennarelli con l'inchiostro edibile. Alla fine ho scoperto che esiste una specie di foglio commestibile bianco, simile a un'ostia, su cui si stampano foto per decorare le torte. Era abbastanza flessibile da fungere da pagine e quello era la mia salvezza. Ho tagliato le scritte in modo che potesse emergere il pattern del papiro vegetale sotto.
M: Quale è stato il problema maggiore che hai dovuto affrontare per rendere questo libro completamente commestibile?
P: La rilegatura: ovvero trovare un cibo da utilizzare come collante che fosse flessibile e tenesse come un vinavil (evitando di incollarci chewing-gum) sembrava un'impresa impossibile, per cui mi sono ritrovata a sciogliere casualmente zucchero e trasformarlo in caramello per usarlo come colla per rilegare.
M: Un libro che rimane un progetto, un prototipo, ho pensi sia possibile anche una sua futura pubblicazione? e quale potrebbe essere il suo sviluppo?
P: Mangiami è stato un progetto esperimento. Non è stato pensato per essere pubblicato ed è (o piuttosto, era) un pezzo unico. Un pò come una ricetta fatta di casa. Tuttavia, non mi chiudo alla possibilità di produrlo di nuovo se ci sono le possibilità ! Sarebbe divertente se questo progetto avesse un seguito.
M: Chi è Patrizia Levi?
P: Sono una giovane graphic designer e mi sono recentemente laureata alla Libera Università di Bolzano. Durante gli studi ho potuto affrontare progetti semestrali sia di prodotto che di grafica, dedicati ciascuno a un tema differente. Mi sono trovata quindi a passare da una disciplina all'altra, dal graphic design al prodotto, dall'editoria alla fotografia e illustrazione. Tengo tuttavia il focus sulla grafica, anche se mi piace giocare coi materiali e utilizzarli in modo insolito, cercando di mantenere un approccio più aperto possibile.
Amo viaggiare: da quando ho iniziato non riesco più a smettere e non posso immaginare la mia vita sempre nello stesso posto (a patto che dove vado ci sia cioccolata, sia chiaro). E sì, io amo mangiare!
foto Patrizia Levi