In tutti questi anni sono stati tanti i metri di seta passati tra le mie mani. Centinaia e centinaia di tirelle, rocche e pezze di seta operata, ricamata, stampata, con cui ho creato collezioni di ogni genere. Maglie, bluse, abiti pensati per essere indossati dalle donne di tutto il mondo, non di certo da fragole e banane, che a quanto pare, notizia di questi giorni, hanno deciso di indossare fuori dal frigo per proteggersi dal loro naturale deperimento.
La seta, uno dei materiali più resistenti in natura, è infatti composta in gran parte di fibroina, una proteina insolubile, biocompatibile e biodegradabile, che ha la capacità di stabilizzare e proteggere gli altri materiali con cui entra in contatto.
A confermare tutto questo con i loro studi pubblicati su Scientific Reports, un team di ricercatori che da tempo studia le proprietà della seta e le sue potenziali applicazioni nei biomateriali del futuro, guidati dall'italiano Fiorenzo Omenetto, docente di ingegneria biomedica alla Tufts University di Medford, negli Stati Uniti, che hanno pensato di usare proprio la seta liquida come scudo protettivo per la conservazione di frutta fresca fuori dal frigo per più di sette giorni.
Nei loro esperimenti i ricercatori hanno immerso delle fragole appena raccolte in una soluzione contenete fibroina: la deposizione della pellicola sulla buccia è stata ripetuta fino a quattro volte. I frutti sono stati poi trattati con vapore d'acqua sotto vuoto per rinforzare il rivestimento di fibroina, spesso dai 27 ai 35 millesimi di millimetro. Una volta fatto indossare questo abito di seta, le fragole sono state lasciate a temperatura ambiente insieme ad altri frutti non trattati.
A distanza di una settimana, le fragole normali tenute fuori frigo erano da buttare mentre quelle immerse nella seta erano ancora turgide e succose.
Lo stesso esperimento è stato poi ripetuto con le banane, consentendo di rallentarne la maturazione. Le analisi dimostrano che il rivestimento di seta protegge la frutta rendendola meno permeabile all'ossigeno e all'anidride carbonica: i ricercatori garantiscono che non ha alterato la consistenza dei frutti, mentre l'effetto sul gusto è ancora da valutare.
photo credits Scientifics Reports
foto copertina credits Daniel Seung Lee