Piangano le cipolle, si disperano le rape, si strappano le verdi chiome le carote, lo sfratto è vicino, tra poche settimane nuovi inquilini arriveranno alla Casa Bianca e l'orto presidenziale coltivato con tanta convinzione, motivazione e passione da Michelle Obama potrebbe essere smantellato. La First lady, in occasione del suo ultimo raccolto ha cercato di tranquillizarli, regalando loro nuovi spazi dove crescere e lanciando un accorato appello al futuro Presidente perchè lui e la sua first family continuino ad amare e coltivare il suo orto, diventato simbolo di sana alimentazione.
Gli ortaggi però, anche pensando a quella certa storia dei pannelli solari, che Jimmy Carter fece istallare alla Casa Bianca e che il repubblicano Ronald Regan una volta insediatosi nel 1981, contrario alle misure ambientaliste importate dai precedenti presidenti democratici, fece smantellare, temano seriamente per il loro futuro.
Chiunque sia il nuovo presidente degli Stati uniti, il futuro dell'orto coltivato dal 2009 da Michelle Obama nei giardini della Casa Bianca è sicuramente incerto, anche se la First Lady sta cercando in qualsiasi modo di rendere più difficile la sua rottamazione. Ha posto sotto il nuovo pergolato all'ingresso del giardino la sua più importante "legacy", una pietra incisa su cui si legge: "White Kitchen Garden established in 2009 by First Lady Michelle Obama with the hope of growing a healthier nation for our children", e ha preso accordi con il National Park Service per il mantenimento dell'orto che viene assicurato da un fondo privato di 2,5 milioni di dollari, in modo che le spese non ricadano sui contribuenti americani. Lo staff della first lady però ammette che sarà comunque "la prossima amministrazione a decidere come vorrà gestire l'orto".
Sopravvivrà l'orto presidenziale?
In caso di vittoria di Hillary Clinton, non dovrebbe essere in forse il suo destino, magari sarà suo marito Bill a prendersene cura, la cosa invece potrebbe essere meno certa con Donald Trump Presidente, con Melania come first lady, e la sua nota e ostentata passione per hamburger, pollo fritto e il junk food. " Se Trump diventerà presidente, farà togliere l'orto di Michelle per farci un campo da golf", recitava nei giorni scorsi una vignetta del Miami New Times.
Gli ortaggi però, anche pensando a quella certa storia dei pannelli solari, che Jimmy Carter fece istallare alla Casa Bianca e che il repubblicano Ronald Regan una volta insediatosi nel 1981, contrario alle misure ambientaliste importate dai precedenti presidenti democratici, fece smantellare, temano seriamente per il loro futuro.
Chiunque sia il nuovo presidente degli Stati uniti, il futuro dell'orto coltivato dal 2009 da Michelle Obama nei giardini della Casa Bianca è sicuramente incerto, anche se la First Lady sta cercando in qualsiasi modo di rendere più difficile la sua rottamazione. Ha posto sotto il nuovo pergolato all'ingresso del giardino la sua più importante "legacy", una pietra incisa su cui si legge: "White Kitchen Garden established in 2009 by First Lady Michelle Obama with the hope of growing a healthier nation for our children", e ha preso accordi con il National Park Service per il mantenimento dell'orto che viene assicurato da un fondo privato di 2,5 milioni di dollari, in modo che le spese non ricadano sui contribuenti americani. Lo staff della first lady però ammette che sarà comunque "la prossima amministrazione a decidere come vorrà gestire l'orto".
foto via Zimbio
photo credit VoA news
In caso di vittoria di Hillary Clinton, non dovrebbe essere in forse il suo destino, magari sarà suo marito Bill a prendersene cura, la cosa invece potrebbe essere meno certa con Donald Trump Presidente, con Melania come first lady, e la sua nota e ostentata passione per hamburger, pollo fritto e il junk food. " Se Trump diventerà presidente, farà togliere l'orto di Michelle per farci un campo da golf", recitava nei giorni scorsi una vignetta del Miami New Times.
photo credit Eddie Gehman Kohan via Chicago SunTimes
Qualsiasi destino avrà l'orto della Casa Bianca, sono certo che Michelle e la sua famiglia continuerà a coltivare ortaggi nell'orto della nuova residenza su Belmont Road Nw, nel quartiere Kalorama. Non saranno campi presidenziali ma sicuramente i raccolti saranno abbondanti e di sicuro continueremo a sentire parlare dell'orto di Michelle.
photo Culturess
Questa la trascrizione del discorso fatto da Michelle Obama in occasione della sua ultima semina nel suo orto presidenziale:
Che emozione! Probabilmente anche voi siete emozionati quanto me, in questo giorno di inaugurazione ufficiale dell’Orto della Casa Bianca. Devo ammettere che stando qui con tutti voi, affacciata su questo magnifico orto, sento salire un po’ di commozione. Ultimamente le occasioni per commuoversi non mancano, perché è arrivato il momento di salutarci. Ma questa è proprio la mia creatura… tutto ha avuto inizio da quest’orto. È un cerchio che si chiude.
Come ben sapete, l’idea dell’orto è nata in realtà molto prima che Barack entrasse alla Casa Bianca e tutti noi mettessimo piede qui. È nata nella cucina di casa nostra, a Chicago, quando Barack era in corsa per il primo mandato. Ricordo che una sera ero seduta a tavola con Sam (Kass, lo chef di Obama, ndt), sforzandomi di immaginare cosa avremmo fatto se mio marito avesse vinto: che tipo di First lady sarei stata, su quali temi mi sarei concentrata. Insomma, le domande martellanti che tutti mi rivolgevano. Tante volte mi sono chiesta dove diavolo Barack ci stesse portando.
Poi, dopo qualche respiro profondo, abbiamo cominciato a pensare alle sfide che tante famiglie si trovavano ad affrontare, a partire da quella che vedeva impegnati noi: cercare di crescere figli sani. Ecco, molti di noi non si rendevano conto dell’impatto dell’alimentazione sul nostro corpo, sul corpo dei nostri figli. Forse non avevamo le informazioni giuste, o magari ci mancava solo il tempo necessario per comprare e preparare cibo sano. E così mi è venuta la folle idea di coltivare un orto sui prati della Casa Bianca, come punto di partenza di un dibattito sull’origine del cibo che mangiamo e sul suo impatto sulla salute dei nostri figli.
Ora, all’inizio c’era chi sosteneva che non fosse una grande idea. Più d’uno si domandava: perché Michelle Obama vuole distruggere il prato della Casa Bianca? E molti temevano che il tema dell’obesità infantile fosse in realtà troppo leggero, troppo da First lady. Immagino che il sottinteso fosse: per una come me. Altri, invece, hanno avuto la reazione opposta, convinti che questo problema fosse troppo grande e complesso per una First lady, e forse per una come me. Temevano che il messaggio fosse: il big governmentordina alla gente come sfamare i propri figli. Onestamente, anch’io avevo parecchi dubbi. Se avessimo messo su un orto e poi non fosse cresciuto nulla? Non sapevamo nulla del terreno o dell’esposizione solare. Eravamo terrorizzati a quel pensiero.
Fortunatamente, nessuno di quei timori si è materializzato. Gli amici del National Park Service si sono presi cura di questo orto. Abbiamo aperto le porte a tantissimi ragazzini venuti qui, stagione dopo stagione, a piantare e raccogliere ortaggi. Poi c’è stato lo staff della Casa Bianca. Pensate a chi, dopo aver trascorso un’intera giornata nella West Wing a occuparsi di Dio sa cosa, ha la possibilità di venire qui per raccogliere un po’ di erbetta. Ottimo per meditare.
Gli alimenti prodotti qui hanno sfamato migliaia di persone grazie a un’organizzazione impegnata nell’assistenza ai bisognosi. Dirò di più: mio marito potrà confermarvi che una delle domande che gli vengono poste di frequente dai leader di altri Paesi è: "Come va l’orto di tua moglie?".
Questo splendido orto ci ha dunque aiutato ad aprire un dibattito nazionale sul modo in cui viviamo e mangiamo. Un dibattito che ha poi portato alla nascita della prima Task Force della Casa Bianca sull’Obesità infantile, che ha revisionato ogni programma federale riguardante l’attività fisica e la nutrizione infantile. E mi riempie d’orgoglio la consapevolezza che questo orticello continuerà a esistere come simbolo della speranza di veder fiorire una nazione più sana per i nostri figli — un’ambizione che trova in questo spazio all’esterno della casa degli americani, la sua sede più appropriata.
Mi riempie d’orgoglio la consapevolezza che quest’orto servirà a ricordare il processo che abbiamo avviato, ma anche il lavoro che noi tutti dobbiamo completare. E in questa giornata di inaugurazione la mia speranza è che le future famiglie presidenziali lo ameranno come noi, e che diventi un’istituzione della Casa Bianca.
.....devo dire che l´orto di Michelle ...gia mi manca -_-
RispondiEliminaFrancesca