Zucchina genovese striato, lattuga regina dei ghiacciai, pomodoro cuore di bue, fagiolo lingua di fuoco per un insolito orto-giardino.
Direttamente da viale Ceccarini, il cuore di Riccione, è arrivato al Furisalone di Milano “L’orto un giardino che si mangia”, un modo insolito di concepire il giardino in ambito urbano,che sarà ospite fino al 19 aprile nella Fabbrica della Sostenibilità , all’interno della kermesse Posti di Vista - Green Block 2010 promossa da FdVLab, Ottagono e Comune di Milano.
L’orto è oggi espressione di tradizione e innovazione che si fondono in uno spazio che da sempre rappresenta l’incontro fra uomo e natura. Un progetto che sposa appieno la filosofia di questa kermesse che FdVLab (Associazione Laboratori Fabbrica del Vapore) ha costruito per supportare lo sviluppo e l’approfondimento della cultura contemporanea: dalle arti visive alle arti performative, dal design all’architettura, dalla fotografia alla moda e, non ultimo, all’interazione tra queste discipline, nuove tecnologie e altre culture.
Sono 360 le piante che compongono “L’orto un giardino che si mangia”: dallo zucchino genovese striato alla lattuga regina dei ghiacciai, passando per il pomodoro cuore di bue e il fagiolo lingua di fuoco. Tante le varietà provenienti da tutta Italia.
Insolito l’allestimento pensato per questo progetto. Le piante sono state infatti inserite all’interno di cassette in legno usate in passato per contenere munizioni, datate 1957. Un modo per sottolineare che non è fondamentale avere una superficie specifica o un luogo particolare per allestire un orto come questo, che vuole essere alla portata di tutti.
L’orto è oggi espressione di tradizione e innovazione che si fondono in uno spazio che da sempre rappresenta l’incontro fra uomo e natura. Un progetto che sposa appieno la filosofia di questa kermesse che FdVLab (Associazione Laboratori Fabbrica del Vapore) ha costruito per supportare lo sviluppo e l’approfondimento della cultura contemporanea: dalle arti visive alle arti performative, dal design all’architettura, dalla fotografia alla moda e, non ultimo, all’interazione tra queste discipline, nuove tecnologie e altre culture.
Sono 360 le piante che compongono “L’orto un giardino che si mangia”: dallo zucchino genovese striato alla lattuga regina dei ghiacciai, passando per il pomodoro cuore di bue e il fagiolo lingua di fuoco. Tante le varietà provenienti da tutta Italia.
Insolito l’allestimento pensato per questo progetto. Le piante sono state infatti inserite all’interno di cassette in legno usate in passato per contenere munizioni, datate 1957. Un modo per sottolineare che non è fondamentale avere una superficie specifica o un luogo particolare per allestire un orto come questo, che vuole essere alla portata di tutti.