vendemmia con la neve




Non sono impazzito, ma credetemi gennaio può essere un buon mese per la vendemmia, sopratutto se le temperature scendono ben al di sotto dello zero, come nella Valle di Susa, dove la raccolta dell'uva non si esaurisce durante l'autunno, ma si rinnova in una delle notti più fredde e gelida dell'anno.
Una vendemmia estrema che ha inizio in autunno quando si coprono i filari di uve rosse autoctone, Avanà e Becuet, destinate alla produzione del Vino del Ghiaccio, con delle reti di protezione necessarie per difendere i grappoli da merli, corvi, passerotti, tassi e volpi. Le reti, poi verranno rimosse a gennaio con l'arrivo del grande freddo e del gelo, quando nella notte o al massimo alle prime luci dell'alba, la temperatura non deve superare i meno 5, si inizia la vendemmia. Tutto poi deve essere fatto molto in fretta, prima che arrivi il sole e scaldi l'aria, perché gli acini, lasciati sulla pianta durante i mesi freddi in modo che il gelo e il disgelo lo disidratino naturalmente, devono essere spremuti ancora gelati, per liberare al massimo il loro tenore zuccherino e ottenere così un vino liquoroso dolce di qualità, figlio del freddo inverno.

La produzione di questo Vino del Ghiaccio, unico nel suo genere (tradizionalmente gli "ice wine" , prodotti in Canada, Slovenia, Francia, Austria e Svizzera, sono realizzati con le uve bianche) è davvero poca: 200/300 bottiglie da 3,5 cl all'anno.


 (foto Casa Ronsil via Pinterest)


0 commenti: