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Sonnet155 _ Dagli scarti di frutta, una temporary bag compostabile






Gli scarti alimentari come la frutta stanno diventando sempre di più materiale  chiave su cui designer e progettisti si affidano per creare i loro prodotti sostenibili.

Tra le tante proposte, oggi sono a parlarvi di due giovanissimi studenti berlinesi di design Lobke Beckfeld e Johanna Hehemeyer Curten e della loro borsa compostabile fatta con gli scarti di bucce di frutta.

La Sonnet155, efficente, elegante, sostenibile, è realizzata con due diversi materiali di scarto postindustriale: bucce di frutta proveniente dalla produzione di succhi, e fibre di cellulosa provenienti da una fabbrica tessile locale. La borsetta, che in realtà assomiglia per la sua durata più a un sacchetto di carta usa e getta è stata progettata, come dichiarato dagli stessi designer, per essere indossata, utilizzata, amata fino a quando non inizierà a degradarsi naturalmente per poi essere riciclata o dissolta in acqua in modo da ottenere un ottimo fertilizzante per le piante.

L'ingrediente chiave di Sonnet155 è la pectina, un agente gelificante che viene estratto dal frutto di scarto e agisce come legame naturale, rinforzato dalle fibre di cellulosa di lunghezza inferiore a cinque millimetri, che vengono filtrate durante il processo di produzione industriale tessile, perchè sono troppo corte per essere trasformate in tessuto. Queste fibre inoltre rendono unica ogni borsa per la loro diversa trama.

Fonte e Foto www.gp-award.com

AppleSkin_ Il futuro dello sportswear, in una mela altoatesina


Tra i materiali innovativi impiegati dal marchio One More, azienda italiana di abbigliamento per lo sci e l’outdoor, c’è AppleSkin una similpelle ottenuta dalla lavorazione degli scarti industriali delle mele, provenienti per la maggior parte dall’Alto Adige. Si presenta come una straordinaria alternativa alla pelle animale, integrandosi con il modello dell’economia circolare. Si tratta di un materiale innovativo, con interessanti caratteristiche qualitative e performanti. 100% vegana, resistente all'usura e ai raggi UV, AppleSkin Ã¨ la similpelle più naturale che esista oggi sul mercato.

AppleSkin è stata brevettata da Frumat, azienda di Bolzano che da anni sperimenta le potenzialità del più diffuso frutto altoatesino, e One more è il primo brand italiano che ha scelto di sperimentarne le potenzialità nell'abbigliamento sportivo, utilizzandola nella realizzazione di dettagli in alcuni modelli della nuova collezione uomo e donna.



One More, propone capi per lo sci e l'outdoor dal carattere innovativo. Un’esperienza produttiva e creativa – profondamente permeata dal senso della bellezza tutto italiano – che valica i confini dello sportswear, proponendo capi che coniugano performance, ricerca tecnologica e design contemporaneo. 

I nuovi modelli rinnovano l'impegno  di One More, azienda nata nel 2018 in Alto Adige nel cuore delle Dolomiti, nella sperimentazione e nello sviluppo di materiali tecnici e tessuti innovativi, combinati con lavorazioni avanzate, per realizzare capi sempre più performanti, moderni e versatili.

Ricerca qualitativa e sperimentazione sono dunque i punti fermi dei capi One More, che si concentrano fin dall'inizio della produzione sulla pratica del riuso sostenibile, con l'utilizzo di tessuti e materiali riciclati e riciclabili, nei limiti imposti dalle specifiche esigenze dell’abbigliamento tecnico e dalle performance ad esso richieste. Con slancio pionieristico e grande curiosità – in un sempre più riuscito connubio tra high tech e high touch – One More impiega imbottiture derivanti dal riciclo di bottiglie di plastica o fibre e filati innovativi come ECONYL®, un filo di nylon rigenerato che ha le stesse caratteristiche di quello da fonte vergine ma che può essere rigenerato, ricreato e rimodellato all’infinito. E, per restare fedele alla sua vocazione ecologica, rinuncia all’utilizzo di piuma e pelliccia, a favore di materiali sintetici o riciclati. Per implementare questo tipo di ricerca tecnologica e sostenibile in abbinamento con la cura degli aspetti estetici, ONE MORE collabora attivamente anche con piccole realtà artigianali italiane, espressione di eccellenza della filiera produttiva del Made in Italy.





Diverse dunque sono le anime che convivono nella proposta  di One More: la spinta innovativa e l’attenzione alle tendenze moda, il rigore richiesto dall’abbigliamento tecnico, l’ambizione verso la sostenibilità, l’attenzione assoluta alla funzionalità e alla vestibilità dei capi. Tutto questo si traduce nel concreto in una serie di accorgimenti pregevoli e in una serie di dettagli curatissimi, non solo dal punto di vista della praticità ma anche dell’estetica, capaci di arricchire i capi di stile e personalità. 


Green Paints_Tinteggiare le pareti con le bucce di arance




C'è chi le bucce di arance le trasforma in filati o tessuti, abiti o borse, e chi, come il gruppo Boero e IIT - Istituto Italiano di Tecnologia, in prodotti vernicianti ecosostenibili da utilizzare per tinteggiare le pareti di casa. Pitture che nello specifico prevedono la sostituzione di alcune materie prime tradizionali con microparticelle di bioplastica derivanti da residui vegetali essiccati, originati dalla lavorazione dell'industria alimentare, quali ad esempio: bucce di arance, fave di cacao o amido di mais.

La nuova linea Green Paintsfrutto di due anni di ricerca e collaborazione tra il Gruppo Boero, leader in Italia nel mercato dei prodotti vernicianti, e IIT di Genova, é stata sviluppata con l'intento di applicare i principi dell'economia circolare reintegrando ciò che é considerato rifiuto e abbattendo i costi di smaltimento, dando vita così a un nuovo ciclo produttivo innovativo a minore impatto ambientale.



Da scarti di arancia e cacao, rispettivamente di colore arancione e marrone, sono state realizzate pitture colorate (Giallo arancia e Marrone cacao) sfruttando i pigmenti naturali dello scarto vegetale di partenza ottenendo sia effetti decorativi che finiture a tinta unita. da amido di mais, di colore bianco, si ottengono pitture base bianco-neutre.

Per realizzare 1 kg di prodotto verniciante occorrono 100g di bioplastica ovvero, ad esempio, le bucce di tre arance.






Nell'orto in fabbrica, contenitori per la natura.



In occasione di WOM MarketStudio Corte 17 presenta una nuova edizione di jardins ouvriers.


In continuità con il progetto di riqualificazione della Corte di Via Genova a Prato, il giardino operaio costruito da Chiara Bettazzi presenterà  un ampliamento attraverso  l'inserimento di nuove piante all'interno dell'orto; in questa specifica occasione, saranno messi in vendita in Corte una serie di contenitori per la natura allestiti all’interno dello spazio.



Nuovi contenitori a metà tra sculture e oggetti di design, realizzati mediante la composizione di cose di uso quotidiano, collezionate nel corso del tempo. Oggetti oggi rifunzionalizzati e ispirati agli orti che gli operai, fin dal 1800, costruivano nei terreni attigui alle industrie, attraverso l'uso di materiali di scarto delle fabbriche stesse o della propria quotidianeità.



Cosa è orto in fabbrica:

Orto in fabbrica nasce a Prato nel Giugno 2016. Si presenta oggi, come un presidio verde realizzato all’interno di casse in legno per la filatura, provenienti da alcune fabbriche del territorio. A metà tra un orto urbano e un giardino industriale è situato davanti a Studio Corte 17. Il progetto ha suggerito la trasformazione del piazzale in giardino e nell’Aprile 2017 sono stati piantati alcuni alberi nella corte ex industriale di via Genova. Quest’operazione si sposa con la ricerca di nuove soluzioni culturali e va incontro all’idea di condivisione dell’area, da parte delle diverse realtà presenti. Da questo è scaturita la collaborazione con gli esperti dell’associazione Komorebi – Ambiente Nutrizione Benessere che, attraverso il corso “Natura e città a confronto”, nella primavera del 2017 hanno tenuto un ciclo di lezioni all’aperto all’interno del giardino, volte a promuovere il superamento della concezione del giardino come entità puramente ornamentale a favore della progettazione di vere e proprie oasi per la biodiversità, orticola e selvatica: varietà antiche di ortaggi e frutti da riscoprire unite a piante selvatiche che forniscano cibo alle persone ma anche rifugio e sostentamento per la piccola fauna selvatica come insetti, uccelli e altri animali. 



Cosa è Studio Corte 17:

La ricerca di Studio Corte 17  si esprime nel tempo attraverso una costante indagine di nuove pratiche artistiche sperimentali e attenti studi del paesaggio industriale della città di Prato. Il progetto nasce all’interno dello spazio industriale ex Lanificio Bini (oggi chiamata Corte di Via Genova ). Dal 2005 al 2008 si propone come studio personale di Chiara Bettazzi, trasformandosi nel tempo in un vero e proprio progetto che ha visto la corte passare da luogo industriale abbandonato a spazio condiviso da giovani creativi. Da questa esperienza è nata l’idea di fondare dal 2008, Corte Via Genova. Oggi SC17 è una realtà culturale, attenta alle contraddizioni del paesaggio e alla ricerca costante di formati ibridi di condivisione, che si concretizzano in progetti connessi all’arte contemporanea e all’archeologia industriale. Tra gli ultimi progetti ricordiamo: Industrial Heritage map, archiviazione di vecchie fabbriche ancora presenti tra Prato e l’area della Val di Bisenzio. Nel 2015 crea la prima edizione di TAI – Tuscan Art Industry “I giorni del contemporaneo nell’archeologia industriale Toscana”. Manifestazione annuale che promuove l’uso di vecchi opifici del territorio attraverso l’arte contemporanea, lavorando a contatto con gli archivi storici. Dal 2016 crea Orto in fabbrica, all’interno della Corte di via Genova.





Photo credits Dario Garofalo 


Domenica 13 maggio (tutto il giorno)

Apertura dell'Orto in fabbrica 2018

Studio Corte 17  
Corte Via Genova
Prato

Dite a Chiara, che vi manda Mirco de L'orto di Michelle!



Photo credits Claudia Gori



Rhoeco: erbe e semi dal cuore greco, buoni per la salute e per il pianeta.









Nelle tisane bio di Rhoeco, giovane azienda greca produttrice di miscele di alta qualità, c'è tutto l'amore per la propria terra e i suoi prodotti, oltre a un forte desiderio di contribuire a preservare l'ambiente e promuovere benessere.

E vi posso assicurare personalmente che si tratta davvero di prodotti eccellenti. Dalla qualità dei frutti, dei fiori, e delle foglie accuratamente coltivate e selezionate, alla cura del più piccolo dettaglio nella confezione che nel rispetto dell'ambiente si ricicla. Il barattolo, infatti, realizzato in materiale completamente biodegradabile, si trasforma in un piccolo, che poi tanto piccolo non è, vaso dove far crescere i semi che sono contenuti in un mini bastoncino alloggiato sotto il coperchio. 

Miscele che come gli stessi giovani produttori affermano "creano tendenza e uno stile di vita, in cui i bisogni umani nella società moderna sono soddisfatti in armonia con i processi naturali".





Dopo aver scoperto i loro prodotti, e posso dire a oggi di essere il primo in Italia a parlarne, virtualmente ci siamo incontrati  tra i campi stilosi de L'orto di Michelle e tra una tisana e l'altra abbiamo fatto due chiacchiere...

Qual è la storia di Rhoeco? 

Rhoeco è una giovane startup con sede a Salonico in Grecia. La nostra attività è iniziata circa un anno fa, ma il progetto ha richiesto due anni di preparazione. L'idea di creare un prodotto eco-friendly è nata in Inghilterra durante gli anni di studio post-laurea. Proprio in quel periodo ci siamo resi conto che al fine di garantire alle generazioni future un pianeta più sano e sicuro, era necessario un approccio diverso verso il prodotto e la sua produzione.

Abbiamo voluto creare un marchio che potesse offrire ai nostri consumatori prodotti di alta qualità realizzati  nel massimo rispetto per l'ambiente. La nostra bellissima terra greca, è così ricca di erbe indigene poco conosciute, e noi abbiamo deciso di promuoverle al meglio e di farle conoscere al mondo.


Qual è il significato del nome Rhoeco?

Il nome Rhoeco nasce dall'unione di due parole: Rhoe che in greco significa flusso, l'energia fluisce attraverso un ecosistema lungo il circuito della catena alimentare dando vita a organismi, ed Eco, sinonimo di ecosistema. Co, poi sta anche per cooperazione.

Gli ecosistemi costituiscono l'idea centrale di Rhoeco. Non solo per creare le nostre miscele, ma abbiamo voluto anche implementare il modello di ecosistema con il nostro lavoro, attraverso l'interazione e la cooperazione, pietra miliare della nostra azienda.

La cooperazione è fondamentale per Rhoeco, collaboriamo tra di noi in perfetta armonia, con l'obiettivo di progettare prodotti che possono soddisfare al meglio le esigenze dei nostri clienti. Collaboriamo in prima persona con i nostri fornitori che ci forniscono in esclusiva erbe della migliore qualità in modo da creare eccellenti miscele. Collaboriamo con la natura selezionando con cura le erbe coltivate con metodo biologico, raccogliendo solo quelle necessarie per la produzione.

Chi c'è dietro l'etichetta Rhoeco?

Harry, Katerina e Vaya sono il cuore di Rhoeco. Amici universitari, che con grande piacere, condividono da sempre gli stessi principi e le stesse ambizioni. 

Qual è la vostra missione?

Il nostro obiettivo è di sensibilizzare l'opinione pubblica circa l'ambiente e fare la nostra parte nella sua tutela, suggerendo soluzioni eco-friendly per le abitudini di tutti i giorni, come la preparazione e il consumo di una sana di tisana.

Vorremo riuscire a indirizzare i consumatori verso scelte alimentari a prodotti di qualità, e far capire loro che bisogna fermare il ritmo frenetico della nostra vita, e dedicare del tempo di qualità a noi stessi e ai nostri cari.

Da dove provengono le erbe con le quali sono prodotte le vostre tisane?

Rispettando le nostre idee e i nostri principi aziendali, abbiamo lavorato molto alla selezionare delle aziende greche produttrici di erbe biologiche. Abbiamo testato numerosi campioni di erbe, selezionando quelle più idonee a dare carattere alle nostre tisane. Oggi possiamo davvero essere orgogliosi di avere una rete di fornitori che producono per noi, con passione e amore, materie prime di alta qualità. 

I nostri fornitori raccolgono  le erbe, i fiori e i frutti di stagione, da noi precedentemente selezionati, e li fanno asciugare con metodi rigorosamente naturali presso le loro strutture. Poi questi, giunti nella nostra azienda,  sono lavorati completamente a mano in modo da mantenere tutte le loro caratteristiche organolettiche, e avere un prodotto finale di ottima qualità, ricco di profumi e sapori.

Da dove nasce l'idea, e perchè, di un contenitore riutilizzabile come vaso e di un bastoncino piantabile contenete semi?

L'idea principale era non solo quella creare un contenitore in materiale 100% biodegradabile facile da smaltire , ma che questo potesse avere una seconda vita. Così abbiamo pensato a un barattolo, che, dopo aver svolto la sua funzione di contenitore, si trasforma in vaso dove seminare il bastoncino di cartone contenente semi, che si trova nascosto sotto il tappo. Non solo, per non lasciare alcuna traccia in fase di smaltimento, il barattolo-vaso è stato studiato per essere trapiantato direttamente nel terreno insieme ai semi germogliati. Un'operazione facile e divertente, pensata per far capire a tutti quanto non sia difficile coltivare delle erbe anche in casa.

Forest, Montain, Sea, Agros, Urban: cinque blend di alta qualità. Con una sola parola come definiresti le diverse miscele?



Forest: benessere



 Montain: meditazione


Sea: serenità


Agros: giovinezza


Urban: edificante


Tra queste diverse tisane, quale vi piacerebbe gustare insieme agli amici de L'orto di Michelle?
Agros. Questa miscela ricorda l'abbondante flora dei terreni agricoli e il profumo dei campi in fiore della Grecia. Una tisana che troviamo perfetta per essere consumata insieme nel giardino de L'orto di Michelle.

Dove è possibile acquistare le vostre tisane?
Vendiamo in tutta Europa, e chiunque sia interessato all'acquisto, può trovare la lista dei rivenditori sul nostro sito Rhoeco


bruscolini di semi di anguria


Amati da pochi e odiati da molti, di sicuro a malapena sopportati, i semi di anguria, proprio loro, quelli che da piccoli ci dicevano che se mangiati avrebbero causato mal di pancia e fatto crescere una piantina nel nostro stomaco, non solo sono in realtà commestibili (anche se non bisogna esagerare con il consumo perchè leggermente lassativi) ma anche la parte più nutriente del frutto. Questi piccoli semi, di nero vestiti, sono infatti ricchissimi di proteine (100 grammi ne ha circa 35 grammi, più della stessa quantità di carne), antiossidanti, fibre, sali minerali come potassio, magnesio, zinco e ferro, di vitamina E e di vitamine del gruppo B.


Come gustarli al meglio? Si possono aggiungere alle insalate, utilizzarli nella preparazione di barrette energetiche, muffin, zuppe, condimenti speziati, té o così come ho fatto io, dei bruscolini.

La ricetta Ã¨ molto semplice:
Lasciare i semi in bagno per una notte in acqua e sale, poi asciugateli bene al sole. Successivamente disponeteli su una placca ricoperta con carta da forno e tostateli con un filo d'olio e del sale in forno ventilato per 10-15 minuti a 160° fino a quando non risulteranno ben croccanti. 





Seed to Food: utensili da cucina dagli scarti di frutta e cereali






Con l'obiettivo di ridurre al minimo e di riciclare i rifiuti alimentari, la giovane designer taiwanese HH Lin ha progettato una serie di piccoli utensili da cucina, Seed to Food, utilizzando bucce di agrumi e scarti di lavorazione dei cereali.

Così la buccia disidratata e modellata di un pompelmo, di un melograno o di un' arancia, assemblata a degli appositi manici in rame si trasforma in ciotola o in tazza, e il tutolo della pannocchia di mais nel manico di un forchettone o in quello di una posata.

riciclo e riuso_Porte da orto




Il campanello anche per questa stagione non funziona. Si prega di bussare prima di entrare!

via pinterest

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L'orto è proprietà privata e allora perchè non posizionare un vecchio portone o una porta finestra in disuso al suo ingresso; chiunque arrivi sarà costretto a bussare, e chiedere il permesso prima di mettere piede nei campi degli altri!

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