Nel parco nazionale mi sono imbattuta in un albero di Jatobà gigante (Hymenaea caubaril) e mi hanno raccontato che dal suo tronco è possibile ottenerne direttamente il "vino jatobá".
Secondo le credenze locali, la raccolta deve essere
riservata solo ai maschi, perchĂ© la presenza femminile avverte l’albero che prontamente
nasconde il vino.
Il tronco massiccio, è trapanato a mano con una specie di
trivella fino a quando raggiunge il centro dello stelo che contiene il
"vino" - o linfa grezza - che alimenta l'albero.
Rapidamente si colloca un secchio sotto il foro per
raccogliere una vera e propria cascata di zampillante liquido scuro. Si
riescono a raccogliere quasi 7 litri di vino. Il raccoglitore si preoccupa poi
di tagliare un ramoscello da un albero per tapparne il foro per tornare a
rifornirsi l’anno seguente.
Dal sapore terroso e astringente, questo vino possiede
numerose proprietĂ medicinali scientificamente riconosciute, in particolare relative
all’impotenza sessuale, astenia e affezioni respiratorie. La posologia è un
cucchiaio 2-3 volte al giorno per gli adulti e la metĂ della dose per i bambini
o gli anziani.
L'altra parte della Jatobá molto utilizzata è una resina dal colore giallastro vetroso. Raccolta direttamente dal tronco, non si scioglie in acqua ed è tradizionalmente polverizzata finemente. A un pizzico di questa polvere, si mistura un uovo sodo (alla coque) e si assume a digiuno nei casi di bronchite, asma, polmonite e perfino tubercolosi. Basta un pizzico di questa polvere, non di più. Quando si subisce una frattura o una lesione grave, questa stessa polvere di resina è posta su un panno imbevuto di acqua abbastanza calda che va fissato sulla parte interessata. Seccando forma una placca rigida, che si distacca solo dopo che la lesione ossea sarà guarita.
L'altra parte della Jatobá molto utilizzata è una resina dal colore giallastro vetroso. Raccolta direttamente dal tronco, non si scioglie in acqua ed è tradizionalmente polverizzata finemente. A un pizzico di questa polvere, si mistura un uovo sodo (alla coque) e si assume a digiuno nei casi di bronchite, asma, polmonite e perfino tubercolosi. Basta un pizzico di questa polvere, non di più. Quando si subisce una frattura o una lesione grave, questa stessa polvere di resina è posta su un panno imbevuto di acqua abbastanza calda che va fissato sulla parte interessata. Seccando forma una placca rigida, che si distacca solo dopo che la lesione ossea sarà guarita.
Torta di Jatobá
Il frutto è raschiato dalla farina, ma essendo appiccicoso,
potreste aver bisogno di utilizzare il frullatore per rompere i grumi duri.
Mettere da parte una tazza e mezza di questa farina, aggiungere un'altra tazza
e mezzo di farina di mais, un cucchiaio di lievito, aggiungere 3 uova, un
pizzico di sale, tre cucchiai di burro, una tazza di melassa e mescolare il
tutto in una ciotola, mescolando bene. Versare nella tortiera imburrata e
spolverata e infornare a una temperatura media per circa 40 minuti. Servite
questa delizia con una tazza di caffè caldo
Post di Nella Cerino (UniversitĂ degli Studi di Scienze Gastronomiche) per L'orto di Michelle
Post di Nella Cerino (UniversitĂ degli Studi di Scienze Gastronomiche) per L'orto di Michelle
Una vendemmia veloce!!!!!!
RispondiEliminaAffettuosamente
Nonna Giuly