vino di Jatobá (e non solo)






Durante un breve viaggio nella Serra do Cipò, una delle principali province turistiche del Minas Gerais, ho avuto l'opportunitĂ  di sperimentare una delle piĂą ricche esperienze della mia vita da “eco gastronoma”. La foresta della Mata Atlantica incanta tutti con la bellezza dei suoi paesaggi e la ricchezza delle sue cascate. Con i suoi misteri e le sue leggende.
Nel parco nazionale mi sono imbattuta in un albero di JatobĂ  gigante (Hymenaea caubaril) e mi hanno raccontato che dal suo tronco è possibile ottenerne direttamente  il "vino jatobá".
Secondo le credenze locali, la raccolta deve essere riservata solo ai maschi, perchĂ© la presenza femminile avverte l’albero che prontamente nasconde il vino.
Il tronco massiccio, è trapanato a mano con una specie di trivella fino a quando raggiunge il centro dello stelo che contiene il "vino" - o linfa grezza - che alimenta l'albero.
Rapidamente si colloca un secchio sotto il foro per raccogliere una vera e propria cascata di zampillante liquido scuro. Si riescono a raccogliere quasi 7 litri di vino. Il raccoglitore si preoccupa poi di tagliare un ramoscello da un albero per tapparne il foro per tornare a rifornirsi l’anno seguente.



Dal sapore terroso e astringente, questo vino possiede numerose proprietĂ  medicinali scientificamente riconosciute, in particolare relative all’impotenza sessuale, astenia e affezioni respiratorie. La posologia è un cucchiaio 2-3 volte al giorno per gli adulti e la metĂ  della dose per i bambini o gli anziani.

L'altra parte della Jatobá molto utilizzata è una resina dal colore giallastro vetroso. Raccolta direttamente dal tronco, non si scioglie in acqua ed è tradizionalmente polverizzata finemente. A un pizzico di questa polvere, si mistura un uovo sodo (alla coque) e si assume a digiuno nei casi di bronchite, asma, polmonite e perfino tubercolosi. Basta un pizzico di questa polvere, non di più. Quando si subisce una frattura o una lesione grave, questa stessa polvere di resina è posta su un panno imbevuto di acqua abbastanza calda che va fissato sulla parte interessata. Seccando forma una placca rigida, che si distacca solo dopo che la lesione ossea sarà guarita.



Torta di Jatobá
Il frutto è raschiato dalla farina, ma essendo appiccicoso, potreste aver bisogno di utilizzare il frullatore per rompere i grumi duri. Mettere da parte una tazza e mezza di questa farina, aggiungere un'altra tazza e mezzo di farina di mais, un cucchiaio di lievito, aggiungere 3 uova, un pizzico di sale, tre cucchiai di burro, una tazza di melassa e mescolare il tutto in una ciotola, mescolando bene. Versare nella tortiera imburrata e spolverata e infornare a una temperatura media per circa 40 minuti. Servite questa delizia con una tazza di caffè caldo

Post di Nella Cerino (UniversitĂ  degli Studi di Scienze Gastronomiche) per L'orto di Michelle



1 commento:

  1. Nonna Giuly19.9.13

    Una vendemmia veloce!!!!!!
    Affettuosamente
    Nonna Giuly

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